lunedì 27 dicembre 2010

PrezziPazzi: aste al centesimo, consigli per l'uso

PrezziPazzi.it è leader italiano nelle aste al centesimo.
La concorrenza è molto forte, soprattutto da parte di MadBid, altro sito ottimo e conveniente.
PrezziPazzi mette in asta giornalmente prodotti di elettronica, come iphone, ipad, ipod, ps3, wii, sony vaio, mac book, apple tv, viaggi e carte di credito.
I prezzi di aggiudicazione dei prodotti sono solitamente inferiori all'85%, con aste che a volte si chiudono anche a poche decine di centesimi.
--> Il meccanismo è piuttosto semplice: ci si registra, si compra un pacchetto di puntate e si inizia. Ogni offerta vale un centesimo di euro e le aste durano dai 45 ai 120 secondi. Ogni volta che un utente punta un centesimo il timer riparte da capo. Vince chi ha fatto l'ultima offerta che dura per tutto il tempo dell'asta.
Il meccanismo è simile alle aste al ribasso, ma è molto più intuitivo e secondo me più corretto. I prezzi di vendita dei prodotti poi sono chiaramente allettanti. In vendita ci sono IPhone, MacBook, Pacchetti Vacanza, Televisori 46 pollici, IPad e altri prodotti molto belli e solitamente molto cari. Il sito è sicuro, con un Customer Care che risponde telefonicamente.
Diciamo tutto molto bello, ma ecco alcuni consigli per vincere le aste al centesimo:
1. Vincere con una sola puntata è possibile, ma altamente improbabile;
2. Imparare a conoscere il comportamento degli altri utenti prima di iniziare a puntare;
3. Approfittare delle ore in cui ci sono meno utenti, tipo la sera tardi e il mattino presto;
4. Concentrarsi su un oggetto che desiderate veramente e non disperdete i vostri crediti.

Queste regole valgono per tutti i siti di aste al centesimo come:


La strategia per vincere le Aste al Centesimo

sabato 25 dicembre 2010

Un viral di successo, basta vedere i numeri

Poco tempo fa un amico mi ha mostrato un video divertentissimo trovato su YouTube:



A parte l'aspetto ilare, è molto interessante vedere le visualizzazioni di questo video.
Al momento sono 43669610. E voi cosa fareste con quarantatre milioni e mezzo di visualizzazioni?
I creatori di The Annoying Orange hanno aperto la fun page su Facebook, i vari personaggi su Twitter e interagiscono con i fun e i followers. Inoltre hanno aperto un piccolo negozio on line con in vendita una decina di modelli di T-shirt con i vari personaggi al prezzo di 25$. Penso che, con una web strategy studiata a tavolino, si potesse fare veramente di più e monetizzare molto bene questo ottime produzioni video. Un piccolo investimento sul merchandising avrebbe sicuramente fruttato molti molti soldi ai creatori, anche se tra magliette e sponsor su Youtube sicuramente qualcosa hanno guadagnato.

giovedì 16 dicembre 2010

L'importanza di scegliere la spedizione giusta

L'utente italiano medio ho due paure quando si tratta di acquisti on-line. La truffa della carta di credito e la spedizione. Se, per quanto riguarda le truffe, i dati a disposizione dei player e-commerce dimostrano che le percentuali di frodi sul totale delle transazioni è talmente infinitesimale da non costituire un problema, la spedizione resta la spada di damocle.

Le tipiche domande dell'utente sono: "Riceverò il prodotto in buone condizioni?", "Riceverò veramente il mio acquisto?" oppure "Perchè se pago così tanto la spedizione, non ho nessuna certezza?".
La scelta della logistica, delle tariffe di spedizione e dei servizi accessori alla stessa spedizione rappresentano quindi un forte elemento di diferenziazione competitiva sul mercato on-line.
L'esempio più di successo è chiaramente Amazon che, pur di raggiungere degli standard il più vicino possibile alle esigenze della clientela, struttura e gestisce direttamente la propria logistica e propone varie formule di spedizione. Altri esempi comunque significativi sono quelli dei portali e-commerce inglesi in cui viene regolarmente offerta la spedizione e spesso anche il trasporto della eventuale restituzione, creando nell'utente un elevato livello di fiducia nel sito venditore.
In Italia siamo purtroppo schiavi della qualità scadente delle società di trasporto che difficilmente rispettano i tempi e soprattutto maltrattano qualsiasi tipo di oggetto, ma le tariffe sono in linea con il quadro europeo.

mercoledì 15 dicembre 2010

Il presente del web e del web marketing

Oggi come oggi c'è un'assoluta distanza tra il web, arrivato al "2.0", e il web marketing che io considero diffusamente fermo allo "0.5".
Realizzare campagne marketing su facebook e contest sui portali di crowdsourcing non significa assolutamente sfruttare le potenzialità di comunicazione che la rete offre.
L'etichetta 2.0 sta ad indicare la partecipazione tra gli utenti nella generazione dei contenuti. L'utente non è più un semplice consumer, ma prosumer, cioè productor-consumer. Ciò significa che un'azienda, per essere realmente in linea con le logiche di marketing 2.0 deve far partecipare la propria clientela nell'ideazione, creazione e produzione dei propri prodotti o servizi ed il web è la piattaforma migliore per fare questo. Il migliore venditore per un'azienda è l'ambassador, cioè colui che sponsorizza senza avere nessun ritorno e lo fa perché ha provato.
Per il futuro si spera che le figure consulenziali legate al mondo del web marketing siano realmente specializzate e competenti così da poter consigliare alle aziende la migliore via possibile, poiché in questo momento ci sono moltissimi professionisti che si offrono il raggiungimento di obiettivi, in ambito web, assolutamente lontani da qualsiasi logica e possibilità. 

domenica 5 dicembre 2010

Bloggando si impara: come creare un blog

Ottimizzare il siti web per essere indicizzati dai motori di ricerca, dare all'utente le informazione di cui ha bisogno e non di più, far sì che i propri contenuti e le procedure di check-out dei siti e-commerce siano user frendly e performanti, aumentare il traffico qualificato essere certi che i propri contenuti siano visitati da chi ha interesse reale. Questi sono i maggiori problemi che una web marketer affronta tutti i giorni e fortunatamente ci sono gli strumenti adatti per fare questo.
Un blog è la piattaforma perfetta per fare pratica, sbagliare, recuperare gli errori in corso d'opera e monitorare tutti gli eventi.
Di seguito qualche video-guida su come creare un blog:

giovedì 2 dicembre 2010

Finalmente un e-game coinvolgente


Chevrolet concorso estrazione

Chevrolet

Finalmente qualcuno che usa il web sfruttando i concetti, le funzionalità e le logiche del web!
Chevrolet ha presentato questo piccolo concorso on-line, o per meglio dire un e-game con in palio un'automobile, in cui l'utente deve scoprire quale modello di auto si nasconde sotto il telo. E fino a qui non sembra nulla di difficile, ma quando devi indovinare il colore?
Tecnicamente il gioco è ben fatto ed è veramente veloce, user frendly e coinvolgente. Con quattro click si conclude il gioco, poi una breve registrazione necessaria per poter ricevere l'eventuale premio. Sembra tutto molto semplice, anche grazie ai quattro indizi che vengono presentati, ma tra la scelta del modello e il colore ci sono veramente tanto possibilità. Un vero terno al lotto.
Questo gioco costituisce anche un ottimo case history perchè io, ad esempio, ho partecipato al concorso 8 volte, per aver più possibilità di vincere, e ogni volta ho ricevuto indizi differenti, auto differenti e i colori a disposizione presentandomi in questo modo rapido e semplice tutta la gamma Chevrolet al completo.
A questo punto posso quasi definirmi una brochure vivente dei modelli Chevrolet.
Minisito concorso Chevrolet











Va aggiunta anche qualche considerazione sulla struttura del mini-sito del concorso, all'indirizzo http://www.dreamgarage.chevrolet.it/, dove secondo me sono poco visibili i link per condividere il quiz con i propri amici sui social network. Diciamo che pur avendo solide basi per puntare alla viralità, forse si poteva  far qualche cosa in più per perseguire questo obiettivo, ma forse il loro obiettivo primario è la compilazione di molti leed, perfettamente profilati secondo i gusti dei partecipanti.
E poi diciamoci la verità... mettere in palio una Corvette è un elemento che può concorrere alla viralità del gioco che far condividere il link all'utente sui social network.
Sono proprio contento che le cose inizino a muoversi. Ora aspetto da Chevrolet la versione Mobile per il prossimo concorso.





Articolo sponsorizzato
Condividi su Wikio

martedì 30 novembre 2010

Viral video: l'arte di farsi pubblicità a basso costo




Questo video spiega abbastanza bene cosa vuol dire pubblicità virale e soprattutto è molto espicativo di come il web è uno strumento fantastico per far conoscere il proprio prodotto attraverso i propri "amici".
In affetti ormai il 60% degli acquirenti di qualsiasi prodotto si informa sulla rete per avere consigli e feedback da chi il prodotto l'ha già acquistato. La vera rivoluzione è che non si informa più attraverso il sito web del produttore, ma attraverso i forum, i social network, i video di youtube e i comparatori di prezzo. Avendo la capacità di comunicare il proprio video, ad esempio, attraverso i propri amici su Facebook e chiedendo loro di condividerlo con tutti i loro amici si potrebbero raggiungere in breve tempo un numero spropositato di visualizzazioni sostanzialmente gratis. A quel punto mancherebbe solo il raggiungimento del cosiddetto "Tipping point" e il video diventerebbe veramente virale.
L'ultima osservazione che va fatta è che inoltre non è necessarrio produrre un nuovo video da caricare su youtube, ma è sufficiente usare il proprio spot, perchè ciò che gli amici comunicano è comunque efficace.

Amazon.it sbarca in Italia; l'esperienza di acquisto

Un breve post, a seguito di quello dedicato al debutto del portale e-commerce più popolare, per descrivere l'esperienza d'acquisto.
Il 27 novembre 2010 ho effettuato il primo ordine su Amazon.it. Il libro è: "The tipping point" di Malcolm Gladwell per la modica cifra di 5,65 euro.
Onestamente mi aspettavo qualcosa di migliore. L'impressione è stata quella che volessero in tutti i modi attirarmi in una trappola ed infatti, dopo i primi 2 click, eccola...
Per poter avere la spedizione gratuita, come ampiamente pubblicizzato, bisogna accettare di attivare un mese, gratuitamente, Amazon Prime, che poi verrà rinnovato, se non disattivato, ogni mese a 9,90 €.
C'è da sottolineare che rimarcano sia nel sito che nella mail automatica di attivazione che il profilo Prime va disattivato se non si vuole che sia rinnovato automaticamente però mi sembra un po' una caduta di stile da parte di un marchio che non ne avrebbe assolutamente bisogno.
A parte questo particolare, che mi aspettavo più da un new player, il sito è molto funzionale, diretto e soprattutto user frendly. Ora bisogna solo aspettare che il catalogo sia più ricco e rivoluzione sarà...

lunedì 29 novembre 2010

Diamo una mano a chi ne ha bisogno

Esulando un po' dall'argomento del blog, voglio dare una mano a chi ha obiettivi sicuramente più nobili dei nostri.
SAVE THE CHILDREN come ogni anno propone una serie di regali che possono dare un piccolo aiuto ha bisogno...


mercoledì 24 novembre 2010

Amazon.it sbarca in Italia; prepariamoci alla rivoluzione



Il 23 novembre 2010 è una data storica per l'Italia. E' iniziata l'era di Amazon .IT. Un post dedicato a questo evento era assolutamente necessario.
Al di là della vastità di catalogo che il sito presenta, della scontistica allettante e della possibilità che questo colosso dà agli utenti italiani di trovare e acquistare sul web quasi tutto ciò che desiderano, questo giorno verrà ricordato per la svolta che l'avvento di Amazon.it darà all'e-commerce B2C italiano.
Personalmente credo che tutte le considerazioni fatte dal board di Amazon prima di entrare nel mercato italiano non fossero, come dicono, legate alla logistica, ma soprattutto abbiano voluto attendre che il mercato fosse sufficientemente maturo.



La loro bravura sia stata di lasciar sviluppare il mercato e-commerce ad altri player, come IBS.it o BOL.it, individuarne i punti di debolezza e quindi irrompere.
Non è un caso che tutta la comunicazione di lancio del portale fosse legata proprio alle spese di spedizione e alla rapidità di spedizione. Ciò che gli utenti italiani rimproverano spesso ai player e-commerce B2C è l'eccessivo costo delle spese di spedizione e i tempi troppo lunghi di consegna. Amazon.it è intervenuta proprio in questo ambito proponendo gratuitamente la spedizione a 1-2 giorni, cosa che gli altri siti, se non per promozioni particolari non fanno. Bisognerà chiaramente attendere qualche dato in più sulla penetrazione nel mercato, ma sicuramente sono state poste le basi per la "presa della bastiglia" dell'e-commerce B2C, che si spera possa portare ad un mercato più competitivo per l'utente finale ed una crescita esponenziale per le aziende che hanno deciso di investire sulla rete.

Come acquisisre traffico qualificato

Acquisire traffico qualificato è il problema di tutti i siti web. Acquisire traffico qualificato significa, in poche parole, far sì che il proprio sito sia visitato da coloro che hanno interesse in ciò che il sito contiene. Se il sito vende prodotti antirughe femminili, sarebbe abbastanza inutile che la maggior parte degli utenti fossero maschi dai 12 ai 24 anni.
Per aver la possibilità che il proprio sito sia visitato da chi è realmente interessato bisogna capire come il proprio target usa il web ed in particolar modo i motori di ricerca, che rappresentano la sorgente di traffico per circa l'80% delle visite. L'unico modo, poi, per esser certi che questo accada è sfruttare la coda lunga dei motori di ricerca.

Acquisire traffico qualificato, coda lunga

Purtroppo sfruttare la coda lunga vuol dire investimento economico. Posto che è impossibile ottimizzare le pagine esistenti del sito in modo avere il maggior numero di frasi chiave possibile, è necessario usare strumenti dedicati e soprattutto risorse umane dedicate a questo aspetto per il continuo monitoraggio e per evitare di spendere troppo.
L'acquisto delle keywords, come ad esempio Google AdWords, è sicuramente il metodo più immediato che la rete presenta, ma è anche quello meno performante e più costoso. Infatti l'acquisto della singola frase chiave è subordinato ad un'asta al rialzo dove il miglior offerente "vince" il primo posto, negli spazi dedicati agli annunci a pagamento.
E' invece il posizionamento naturale che da' le migliori garanzie di visibilità e di performance soprattutto in termini di conversione visita --> acquisto. L'utente medio dei motori di ricerca ha sviluppato in breve tempo la furbizia necessaria per capire direttamente dalle prime 2 righe che il SE presenta se il sito proposte è attendibile e se rispecchia la sua necessità.
Per il posizionamento naturale e quindi per acquisire traffico qualificato, è stato sviluppato un sistema denominato Kryter che realizza in automatico pagine tematiche, ottimizzate per i motori di ricerca, che rimandano direttamente a contenuti del sito. Il sistema è altamente performante e il costo è inferiore a quello di AdWords. Non si può però scegliere una o l'altra opzione, ma bisogna integrarle entrambe per ottenere i risultati migliori in termini di acquisizione i traffico qualificato.

mercoledì 17 novembre 2010

Una web strategy che tenga conto di tutte le variabili...impazzite...

 
Impostare una strategia di comunicazione online non è certo una cosa semplice. E' infatti necessario tener conto di tutti gli strumenti e tutte le possibilità che internet offre e cercare in ogni modo di utilizzarle tutte.
Per fare un breve elenco, i canali di comunicazione sono:
  • Sito web
  • Email marketing
  • Mobile marketing
  • Web advertising
  • SEO/SEM
  • Social network
  • Blog e forum
  • altri più di nicchia

Praticamente non si può prescindere da nessuno di quelli elencati, poiché anche solo un canale tralasciato può inficiare il risultato finale della campagna.
Non bisogna nemmeno pensarli come canali unici che non devono dialogare tra loro.
Facendo un esempio, se viene inviata una DEM (Direct Email Marketing) dovrò prevedere delle landing page, sul sito, che rispondano effettivamente al contenuto della comunicazione. Così come se pubblico sul sito tutti i tweet che parlano di me, non potrò poi non chiedere dare la possibilità ai visitatori del sito di linkarsi con me nella maggior parte di social network.
Il grosso problema è come gestire tutti i canali contemporaneamente. Non si può assolutamente "VADO SU FACEBOOK" tanto una volta lanciato una pagina si auto alimenta di contatti. Per la gestione di una campagna di comunicazione digitale c'è bisogno di forza lavoro che monitora, gestisce e interviene, praticamente 24 ore su 24. Ciò che viene pubblicato su internet è praticamente eterno, non è come lanciare uno spot TV per un mese e dopo quel mese dimenticarsi di tutto.
Riassumendo, per impostare una web strategy efficace ed efficiente è necessario tener conto di tutte le variabili che il web presenta. E mi raccomando... monitorare tutto per non ripetere gli eventuali errori!

lunedì 15 novembre 2010

Posizionare un negozio on-line: come si fa?

Posizionare ai primi posti dei motori di ricerca un sito e-commerce non è certo un'impresa facile.
Innanzitutto bisogna partire da quelle che sono le basi del marketing tradizionale. In particolare è necessario individuare il proprio target, poichè non è possibile pensare di destinare i propri prodotti a tutti gli utenti. Fatto ciò bisogna individuare quali sono le parole e le frasi chiave più ricercate sui motori di ricerca da parte del proprio target e agire per posizionare il sito secondo il modo di pensare del target definito.
La terminologia che viene utilizzata dagli utenti è infatti specifica per ogni cluster di utenti e spesso differente rispetto a quella che hanno in testa i realizzatori del sito. Per fare un esempio molto semplice, se un negozio online vende magliette colorate destinate ad acquirenti in una fascia di età tra i 20 e i 30 anni dovrà capire se la maggior parte di loro usa la la parola "maglietta", "maglia" o "T-shirt".


Va inoltre considerato che, a causa della numerosità di siti già posizionati ai primi posti dei motori di ricerca per le singole parole chiave, come "magliette colorate", bisognerà individuare almeno una frase chiave che rispecchi a pieno la ricerca effettuata dall'utente e sulla quale va costruita la pagina secondo i criteri SEO.
Ciò significa che, ad esempio, decidere di posizionarsi con la frase "Maglietta colorata puro cotone" potrebbe essere molto più redditizio e soprattutto il tasso di conversione visite-->acquisto sarà sicuramente più elevato.
Tenuto poi presente che il 60% delle ricerche effettuate tramite Google è composta da 3 parole in su, bisogna  individuare la maggior parte di combinazioni di parole chiave semanticamente accettabili e strutturare una strategia di SEM.



Selezionare la maggior parte di frasi chiave plausibile non vuol dire altro che sfruttare la coda lunga dei motori di ricerca.
Purtroppo questa operazione è abbastanza onerosa, poichè è praticamente necessario usare Google AdWords, investendo cifre importanti sia come budget diretto sia per la forza lavoro necessaria per la continua ottimizzazione delle campagne.
Esistono siti come www.keywords-database.it che forniscono a prezzi molto competitivi dei pacchetti di parole e frasi chiave, suddivisi per prodotti o categorie merceologiche, che possono aiutare i responsabili del sito web a impostare le campagne.
Per dare qualche numero il suddetto sito segnala circa 24.000 frasi chiave dedicate all'abbigliamento maschile, costando una media di 10 cent. di € a click con AdWords e stimando 2 click al mese per ogni parola chiave, bisogna investire poco meno di 5.000 € al mese per il posizionamento. Sia chiaro che se per ogni 5 click viene effettuato un acquisto, l'investimento è stato più che profiquo.
L'importante, nel caso si scelga di acquisire traffico qualificato tramite Google AdWords, si tengano sempre monitorati i risultati per evitare di spendere inutilmente il budget a disposizione.

domenica 7 novembre 2010

Google posiziona chi sceglie una categoria

Quando a maggio 2010 Google annuncia di aver cambiato l'algoritmo che determina chi far apparire nei primi posti del suo motore di ricerca, tutti i professionisti di posizionamento naturale, SEO e SEM hanno iniziato a tremare pensando di dover rifare tutto il lavoro dall'inizio.


Il traffico di tutti i siti web è diminuito a partire da giugno, poiché Google ha deciso di valorizzare e quindi dare un miglior posizionamento ha chi tratta di un argomento specifico. In poche parole vince chi sceglie la propria categoria e ne tratta approfonditamente in tutto il sito. Per fare un semplice esempio se un sito che tratta di sport e da un giorno all'altro inizia a trattare anche di lavatrici, avrà dei seri problemi ad avere un buon posizionamento anche se le sue pagine sono scritte e costruite in modo perfetto.



Google con questo cambio di algoritmo ha voluto, da un lato, fornire un servizio migliore all'utente cercando in tutti i modi di dare una risposta coerente ad ogni singola ricerca, dall'altro ha voluto perseguire il suo obiettivo storico, cioè quello delle categorie.
E' sempre stata la volontà di google quella di riorganizzare e classificare tutti i siti del pianeta attraverso delle etichette decise direttamente da Google, ma i primi tentativi sono falliti poiché al momento della registrazione del sito, il proprietario, non trovava quasi mai una categoria coerente e non inseriva il sito in quella giusta.
Da qui la scelta di creare delle categorizzazioni nascoste che sono determinate dalla vicinanza semantica di alcuni lessemi che il Google Spider trova nel sito che sta visitando.



Esiste chiaramente già la soluzione a questa novità, cioè quella di inserire tutte le pagine inerenti ad una tematica nella stessa cartella. Riprendendo l'esempio precedente se il sito riorganizzasse i contenuti mettendo tutti quelli che parlano di sport in www.sito.it/sport/... e tutti quelli che parlano di lavatrici in www.sito.it/lavatrici/... verrebbe addirittura apprezzato da Google e guadagnerebbe ancora più visibilità che in precedenza.

mercoledì 27 ottobre 2010

La coda lunga dei motori di ricerca: impariamo a sfruttarla

Era il 2004 quando Chris Anderson, capo redattore della rivista Wired, esponeva la sua teoria sulla coda lunga per cercare di spiegare quel fenomeno chiamato Amazon.com. La teoria, in parole povere, dice che una piccola parte dei prodotti venduti da un'azienda rappresenta la maggior parte del fatturato dell'azienda stessa; il 20% dei prodotti genera l'80% del fatturato. Allo stesso modo però, essendo capaci di sfruttare la coda lunga del mercato, il restante 80% dei prodotti può generare una cifra di fatturato pari o superiore rispetto a quella generata dal 20% dei prodotti. Il sottotitolo del libro di Anderson spiega abbastanza bene il concetto: "La Coda Lunga: da un mercato di massa a una massa di mercati".
Allo stesso modo, questa teoria, può essere applicata ai motori di ricerca.

La coda lunga dei motori di ricerca

Come illustra lo schema, esiste un numero molto elevato di combinazioni di parole chiave che non vengono sfruttate dai siti, anche quelli che utilizzano alle migliori tecniche SEO per il posizionamento nei motori di ricerca.
Statisticamente il 60% delle ricerche effettuate su Google è composta da almeno 3 parole chiave. Ciò significa che praticamente tutti i siti, soprattutto gli e-commerce, non riescono soddisfare le richieste dell'utente e non compaiono nei primi posti dei SE (Search Engine). Inoltre va segnalato che la maggior parte dei motori di ricerca hanno già effettuato la svolta "social", nel senso che, proprio per dare all'utente informazioni il più possibile contestuali alla sua ricerca, privilegiano blog, forum e social network proponendoli come primi risultati. Già nel 2007 alcune aziende avevano provato ad acquisire il traffico derivante dalla coda lunga, ma i costi di creazione e soprattutto di aggiornamento troppo elevati.
Esiste oggi, per ora soltanto in Francia, un sistema chiamato Kryter, sviluppato da programmatori web, consulenti SEO e linguisti della Sorbona, che automatizza il processo di creazione delle pagine per sfruttare il traffico della coda lunga ed i risultati, da quello che mi risulta, sono eccezionali.

martedì 19 ottobre 2010

Web Marketing sportivo: quando lo sport ritorna popolare

Vale a dire: anche lo sport multimilionario si butta sul web e diventa social.
Sportivi su Twitter
Twitter sta rivoluzionando il rapporto tra gli appassionati, i tifosi e gli amanti dello sport e i loro beniamini o le loro squadre del cuore. In effetti il Social Network lanciato dal precedente CEO, Evan Williams, sta catalizzando le attenzioni degli sportivi più famosi, supportati abilmente da lungimiranti agenzie di comunicazione, per lanciare brevi messaggi ai propri "followers". La sensazione dei tifosi di questo campione o di quella squadra è di annullare la loro distanza grazie ai famosi 140 caratteri.
Senza voler disilludere nessuno, mi piace sottolineare che questo fenomeno è un'ottimo esempio ci ciò che si può fare con un social network a livello marketing.
Facendo un breve e semplice ragionamento i tifosi stanno allo sport, come i clienti all'azienda e di conseguenza uno dei primi obiettivi del marketing sportivo è FIDELIZZARE
Resta inteso che il miglior metodo di fidelizzazione dello sport sono i risultati, ma "abbassarsi" al livello dei tifosi, dare informazioni private, in tempo reale o aggiornamenti sulla situazione sportiva, o parlare di tutto un po' rappresenta la rottura di quella barriera che negli ultimi anni ha diviso i due attori in campo.
Un ottimo esempio è rappresentato dalle squderie di F1 che, in largo anticipo rispetto ai noiosi e stereotipati bollettini stampa, lanciano i tweet ai loro tifosi ed indirettamente a tutti i giornalisti. Questi personaggi hanno però un evidente vantaggio, cioè che praticamente qualsiasi cosa twittano viene trovata interessante dagli utenti. In definitiva Twitter è stato individuato dagli sportivi come un ottimo canale di comunicazione diretta, senza nessun intermediario, per messaggiare con i fans e fidelizzarli, preparandosi, magari, per affrontare un futuro più povero di successi sportivi.

sabato 16 ottobre 2010

Come guadagnare con facebook?

Una delle domande che spesso circola tra gli avventori del mondo del web marketing è "Come posso guadagnare con Facebook?" oppure "Quanto posso guadagnare in più aprendo il canale Facebook?" Personalmente ritengo che queste domande siano fondamentalmente poste male! Credo che la domanda più corretta posso essere: "COSA posso guadagnare su Facebook?". Le possibile risposte aprono scenari che si assolutamente variegati. Si possono certamente guadagnare soldi, ma bisogna essere dei finissimi conoscitori dello strumento, per far sì che un messaggio su Facebook si tramuti direttamente in una conversione di un acquisto sul proprio sito e-commerce e probabilmente l'investimento economico non sarebbe troppo distante da quello di una campagna PayPerClick sullo stesso Facebook. Ci sono in realtà degli aspetti più interessanti da approfondire. Oggi, ad esempio, tratterò della Brand Reputation. Certo è una forma pubblicitaria indiretta e di non immediata misurazione, ma se si pensa che grazie a Facebook potremmo raggiungere oltre 16 milioni di utenti, con un costo decisamente più basso rispetto a quello che può essere stimato per una campagna televisiva, è lampante che che siamo di fronte ad un utile strumento. Inoltre abbiamo la possibilità di segmentare molto semplicemente il target delle nostre comunicazioni decidendo su chi indirizzarle. E' chiaro che un'azienda che decide di lanciarsi su questo canale ha assolutamente bisogno di un professionista, interno o esterno che sia, per la fase progettuale della strategia e per la fase di monitoraggio quotidiano. L'importante, soprattutto in fasie progettuale è ben definire gli obiettivi della campagna. Da qui nasce il concetto che non ci si può chiedere Quanto o Come guadagnare con Facebook, ma COSA. Provo anche a lanciare una provocazione: e se Facebook fosse il canale migliore per testare, lanciare o consolidare un brand?. Io credo che la via da percorrere sia proprio questa. Gli utenti di Facebook, se stimolati in un modo  idoneo al canale, possono diffondere in modo virale il marchio e dare suggerimenti di miglioramenti sia in modo conscio che inconscio al Brand Manager di turno.